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Decalogo della PA digitale

Page history last edited by Attilio A. Romita 13 years, 12 months ago

ATTENZIONE:

 

La discussione e l'elaborazione del DECALOGO DELLA PA DIGITALE è stata trasferita al WIKI di INNOVATORI PA

http://www.innovatoripa.it/wiki/processo-alla-pa-digitale/decalogo-della-pa-digitale

 

dove si continuerà a lavorare in parallelo al gruppo di lavoro dedicato al Manifesto per una PA Digitale.

 

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Decalogo della PA digitale

1.Le regole.

  • Questo è uno spazio aperto alla collaborazione di tutti per la crazione di un decalogo di regole che dovranno essere la base per qualsiasi regolamento o legge, o altra forma pubblica di ordine riguardante l'applicazione di regole, strumenti, tecniche, supporti che possono essere usati, registrati e trasmessi per mezzo di funzionalità capaci di manipolare dati in formato digitale.
  • Ciascuna regola potrà (dovrà è importante perchè con il decalogo si chiede la pura applicazione di una legge) essere redatta utilizzando letteralmente articoli o commi o allegati di cui alle seguenti comunicazioni ufficiali della Repubblica Italiana o idee con esse compatibili (vedi commento precedente):
    • DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 dicembre 2000, n. 445 "Disposizioni legislative in materia di documentazione amministrativa."  (che sarà indicato nel seguito come DPR445.)
    • Decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 pubblicato in G.U. del 16 maggio 2005, n. 112 - S.O. n. 93 “Codice dell’amministrazione digitale” aggiornato dal D.Lgs. n. 159 del 4 aprile 2006 pubblicato in G.U. del 29 aprile 2006, n. 99 – S.O. n. 105 “Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 7/3/2005 n. 82 recante codice dell’amministrazione digitale” (che sarà indicato nel seguito come DL82.)
    • DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 6 maggio 2009 - Disposizioni in materia di rilascio e di uso della casella di posta elettronica certificata assegnata ai cittadini. (09A05855) (GU n. 119 del 25-5-2009 ) (che sarà indicato nel seguito come DPC562009.)
  • Il decalogo costituirà il manifesto che Comunità Digitale Italiana presenterà agli organi parlamentari appartenenti a qualsiasi schieramento politico perchè sia la base da tassativamente rispettare per qualsiasi direttiva, legge e simili sia nel seguito emessa per regolare l'uso da parte di tutte le amministrazioni pubbliche degli strumenti atti a manipolare dati digitalizzati.
  • Al termine stabilito dell'operazione sarà cura dei primi tre firmatari di riepilogare e sintetizzare tutte le proposte pervenute in un massimo di 10-12 regole di non più di una riga ciascuna.
  • Il decalogo deve essere completamente definito entro il 25 giugno 2009 per poterlo presentare "alla politica" subito dopo il periodo elettorale e prima della pausa estiva.
  • Tutti coloro che partecipano e concordano con questa iniziativa sono impegnati a diffonderla nel modo più ampio possibile
  • Tutti coloro che concordano con questa iniziativa sono pregati di inserire il proprio nome e cognome nel successivo capitolo "partecipanti".
  • Si suggerisce di evitare qualsiasi connotazione politica perchè lo scopo che ci prefiggiamo è di fare una proposta assolutamente condivisibile da tutte le parti politiche.
  • Nella parte finale, "Commenti", possono essere inserite note, precisazioni e richieste che possono essere utili per una migliore redazione della proposta.
  • Al termine della compilazione del documento, ciascun partecipante si farà parte diligente di presentare il decalogo ad uno o più esponenti parlamentari con i quali fosse in contatto anche semplicemente epistolare.

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2. I Partecipanti.

  1. Attilio A. Romita
  2. Laura Strano 
  3. Mauro Magnani
  4. Marco Palma
  5. Rosa Fogli
  6. Danilo Cocco

3. Il Decalogo

NOTA: questa è la prima elaborazione con art. tratti dal DPR445. Nella versione finale ogni regola dovrà essere ridotta a circa 1 riga e le regole totali, dai tre decreti indicati, non dovranno superare le 15 regole.

  1. Le norme del presente testo unico disciplinano la formazione, il rilascio, la tenuta e la conservazione, la gestione, la trasmissione di atti e documenti da parte di organi della pubblica amministrazione: disciplinano altresi' la produzione di atti e documenti agli organi della pubblica amministrazione nonche' ai gestori di pubblici servizi, (ex art 1  DPR445)
  2.  La dichiarazione di chi non sa o non puo' firmare e' raccolta dal pubblico ufficiale previo accertamento dell'identita' del dichiarante. Il pubblico ufficiale attesta che la dichiarazione e' stata a lui resa dall'interessato in presenza di un impedimento a sottoscrivere (ex art 4 DPR445)
  3.  Le pubbliche amministrazioni ed i privati hanno facolta' di sostituire, a tutti gli effetti, i documenti dei propri archivi, le scritture contabili, la corrispondenza e gli altri atti di cui per legge o regolamento e prescritta la conservazione, con la loro riproduzione su supporto fotografico, su supporto ottico o con altro mezzo idoneo a garantire la conformita' dei documenti agli originali. ((ex art 6  DPR445)
  4.  Il documento informatico da chiunque formato, la registrazione su supporto informatico e la trasmissione con strumenti telematici, sono validi e rilevanti a tutti gli effetti di legge, se conformi alle disposizioni del presente testo unico.((ex art 8  DPR445)
  5. Le pubbliche amministrazioni provvedono a definire e a rendere disponibili per via telematica moduli e formulari elettronici validi ad ogni effetto di legge..((ex art 9  DPR445)
  6.  Il documento informatico sottoscritto con firma digitale, redatto in conformita' alle regole tecniche di cui all'articolo 8, comma 2 e per le pubbliche amministrazioni, anche di quelle di cui all'articolo 9, comma 4, soddisfa il requisito legale della forma scritta e ha efficacia probatoria ai sensi dell'articolo 2712 del Codice civile...((ex art 10  DPR445)
  7. Il documento informatico trasmesso per via telematica si intende inviato e pervenuto al destinatario, se trasmesso all'indirizzo elettronico da questi dichiarato. ...((ex art 14  DPR445)
  8. ..L'apposizione di firma digitale integra e sostituisce, ad ogni fine previsto dalla normativa vigente, l'apposizione di sigilli, punzoni, timbri, contrassegni e marchi di qualsiasi genere..((ex art 23  DPR445)
  9.  Le amministrazioni pubbliche e i gestori di pubblici servizi non possono richiedere atti o certificati concernenti stati, qualita' personali e fatti che risultino elencati all'art. 46, che siano attestati in documenti gia' in loro possesso o che comunque esse stesse siano tenute a certificare. (ex art 43  DPR445)
  10. Le pubbliche amministrazioni provvedono entro il 1° gennaio 2004 a realizzare o revisionare sistemi informativi automatizzati finalizzati alla gestione del protocollo informatico e dei procedimenti amministrativi (ex art 50  DPR445) 
  11. Costituisce violazione dei doveri d'ufficio la mancata accettazione delle dichiarazioni sostitutive di certificazione o di atto di notorieta' rese a norma delle disposizioni del presente testo unico. ((ex art 74 DPR445) 
  12. La CIE (carta d'identità elettronica: il documento d'identità munito di fotografia del titolare rilasciato su supporto informatico dalle amministrazioni comunali con la prevalente finalità di dimostrare l'identità anagrafica del suo titolare) viene integrata con la firma elettronica qualificata, certificata dall'ufficiale di anagrafe che rilascia la CIE con una validità per entrambe di 10 anni. (prego inserire sempre riferimento a decreto ed articolo)
  13. Gli addetti alle operazioni di trasmissione per via telematica di atti, dati e documenti non possono, senza l'autorizzazione degli organi giudiziari, duplicare o cedere a terzi a qualsiasi informazione.  Il gestore del sistema di trasporto delle informazioni non ha alcuna responsabilità (civile e/o penale) del trafugamento illecito delle informazioni. (ex art 17 445/2000)
  14. (NOTA AAR. forse il rif. citato non è esatto. comma 4 art. 7 dlgs 165 del 2001 =Le amministrazioni pubbliche curano la formazione e l'aggiornamento del personale, ivi compreso quello con qualifiche dirigenziali, garantendo altresì l'adeguamento dei programmi formativi. al fine di contribuire allo sviluppo della cultura di genere della pubblica amministrazione.)

    Tutti i dipendenti , senza distinzione di profili professionali hanno libero accesso ad internet in attuazione del comma 4 art. 7 dlgs 165 del 2001 mi sembra una interpretazione forzata ed aperta a critiche, secondo me il decalogo non deve esporsi ad interpretazioni e critiche). anche le critiche servono!

  15. L'articolo di legge citato è esatto. Infatti l'idea sarebbe quella di proporne finalmente l'attuazione attraverso l'accesso ad internet.  

  1. 14 bis ( possibile trasformazione della regola 14)  Tutti i dipendenti , senza distinzione di profili professionali , hanno possibile accesso ad Internet. L'accesso alla rete viene gestito con apposito Regolamento da ogni singola Amministrazione (Si puo' per esempio disciplinare l'accesso alla Rete con CIE per motivi personali e l'accesso alla RETE con Tesserino d'Azienda per motivi di lavoro se l'Azienda e l'Ente sono attrezzati per farlo).   Non sono d'accordo sul Regolamento di ogni singola p.a. , l'obiettivo era di scrivere qualcosa che vale per tutte le p.a. un manifesto comune.    
  2.   16, (http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00424064.pdf, ddl 1082, defiitivamente approvato al Senato e non ancora pubblicato in G.U., art. 23, c.5, lettera b)) Al fine di aumentare la trasparenza dei rapporti tra le amministrazioni pubbliche e gli utenti, a decorrere dal 1º gennaio 2009

    ogni amministrazione pubblica determina e pubblica, con cadenza annuale, nel proprio

    sito internet o con altre forme idonee ... i tempi medi di definizione dei procedimenti 

    e di erogazione dei servizi con riferimento all’esercizio finanziario precedente.

Comments (22)

Attilio A. Romita said

at 12:53 am on Jun 7, 2009

Amici miei,
quando, qualche giorno fa, abbiamo iniziato questa discussione/azione credo che fosse evidente che doveva essere una azione positiva, propositiva e pragmatica volta a smuovere "qualcosa". Se poi, con l'aiuto di molti, ci saremmo riusciti era ed è una speranza e non una illusione.
Ho letto la bota di Mochi-Sismondi sulla relazione della Corte dei Conti e ne voglio riportare una frase illuminate:"Che, però, negli anni la nostra Corte abbia interpretato spesso anche un ruolo di freno e di spauracchio per i dirigenti della PA più innovativi e che tale azione sia stata forte con i piccoli e piccola piccola con i grandi (si pensi a enormi danni erariali del genere dell’affaire Alitalia) è ahimè altrettanto vero.".
I Magistrati contabili sono necessari per verificare che i soldi dello stato siano spesi bene, ma allo stesso tempo sono i maggiori responsabili di molto immobilismo di comodo: molti responsabili di decisioni trincerano il loro non decidere dietro improbabili condanne della Corte dei Conti. E questo circolo vizioso dell'inazione si chiude su se stesso.
E' vero che la PEC è inapplicata perchè "il walzer dei bolli tondi" non ammette delega, ma sicuramente leggendo nel senso giusto le leggi che ci sono è possibile trovare il modo di cambiare.
L'idea che avevo, raccogliendo lo spunto di Laura, è che dobbiamo trovare questi modi di cambiare, dobbiamo inventarci qualcosa, dobbiamo avere il coraggio di esporci: è finito il tempo del "cittadino che protesta" ed è arrivata l'ora del "cittadino che in forza delle leggi vuole".
Per farlo dobbiamo essere in tanti e convinti, ma purtroppo vedo che siamo in pochi e convinti soltanto che dobbiamo lamentarci ed, al massimo, portare avanti la lotta per "Facebook all'ora di pranzo".
Scusate la franchezza e sicuramente sono io che mi sbaglio, ma percorrendo questa strada vedo solo il nulla.

Attilio A. Romita said

at 12:53 am on Jun 7, 2009

Nella prima delle mie note scrivevo: "Nella "sentenza del processo alla PA digitale" tenuto al ForumPA avevavmo scritto che vogliamo essere la spina nel fianco all PA che fa orecchie da mercante alle nuove regole: questo è la prima occasione per verificare e "osannare o condannare"."
Rispetto a questo commento di un paio di settimane fa, non mi sembra che ci siamo molto mossi.
Non voglio fare una rivoluzione politica, vorrei solo stimolare un modo diverso di considerare la PA: un ente di Cittadini che operano per i Cittadini e non contro di essi.
Vorrei che la mia prossima nota fosse di osanna e non un "cahier de doleance".......speriamo!!

Attilio A. Romita said

at 12:55 am on Jun 7, 2009

L'idea iniziale è di costruire una sorta di Tavola delle Leggi, "si parva licet comparare magnis", basata su leggi esistenti che sia di obbligo e stimolo per il legislatore e per i responsabili dlla PA per l'applicazione di quanto già deciso o nella redazione di norme successive.
Per questo motivo occorre stabilire, o meglio copiare o mutuare, articoli di leggi esistenti per definire principi generali ineludibili.
Il problema dell'uso "privato" di dotazioni d'ufficio è già troppo regolamentato e solo una applicazione incline al comando bruto per evitare pericoli alla propria ressponsabilità, produce risultati "sciocchi".
Da questo punto di vista il problema di accedere ad Internet o alla posta personale in orario di ufficio o alle informazioni in Rete, è un problema marginale, seppur importante.
Un male di molte nostre leggi e regolamenti è di voler regolamentare tutto troppo bene e questo produce complicazioni e "fuga dalle responsabilità" da parte di qualche amante del "bollo tondo".
In questa ottica aiutateci a scrivere per PA Digitalee, soprattutto a vigilare sulla sua successiva applicazione.
Sono ragionevolmente sicuro che potremo trovare supporto politico in ambedue gli scheramenti politici maggiori e, come diceva il poeta: "de minimis non curat praetor".
Le due citazioni latine sono solo un mio vezzo per ricordarmi che dopo più di mezzo secolo, la memoria funziona.

laura said

at 10:38 am on Jun 7, 2009

Attilio, a mio avviso non sono rivendicazioni sindacali,
il problema è interno, il problema da risolvere è l’organizzazione interna che deve essere innovata.
Il servizio, il prodotto fornito all’esterno al cittadino è il risultato di quello che avviene all’interno. Una nuova organizzazione interna agli uffici, può produrre un buon servizio all’esterno.
Possiamo parlare anche di doveri, e dire banalmente, e non ce ne dovrebbe essere bisogno, che
“ogni mattina il dipendente ha l’obbligo di visionare il sito della funzione pubblica o del Parlamento e prendere conoscenza delle nuove normative al fine di applicarle”.
Ma per adempiere al suo obbligo deve prima poter esercitare serenamente il diritto di accesso alla rete, senza timore di una contestazione o procedimento disciplinare se ti colleghi a un sito che magari il Dirigente di turno può eccepire che non è coerente con la prestazione lavorativa.

O pensiamo che gli uffici pubblici pullulino di libri e testi aggiornati a disposizione di tutti!
Proviamo a fare un sondaggio in rete e chiediamo alle p.a. presenti come è disciplinato l’accesso alla rete , se lo è.
Inoltre, l’istruttoria di un procedimento amministrativo comporta l’acquisizione di pareri, certificati e nulla osta vari che si acquisiscono oggi con protocollo e i tempi si dilungano a dismisura.
E qui potrebbe giovare la PEC se ogni dipendente potesse utilizzarne una.
Se non la usi all’interno la PEC è inutile che la inserisci nel sito dell’Ente.
Ognuno di noi quando parla discute pensando ad Amministrazioni profondamente diverse.
Ma la p.a. andrebbe innovata da Bolzano ad Agrigento.

Marty said

at 10:57 am on Jun 7, 2009

In questo caso credo che bisogna dividere in due il concetto di "accesso libero alla rete". Paragoniamo per un secondo internet al mondo reale..
L'impiegato Antonio LaTrippa (dipendente pubblico) lascia il posto di lavoro per andare a fare la spesa..questa non è cosa buona e giusta, al contrario se lo lascia per andare a fare una consulenza tecnica per un motivo x (quindi sta lavorando) allora ok.
Portiamo questo concetto in rete..
Il signor LaTrippa visita il sito del parlamento? ok :-) ... Il signor LaTrippa gioca su GameDesire? e no!! non si fa!

Per quanto riguarda l'innovazione ok...ma credo sia "fuori tema" in questa discussione. Cito il signor Romita:
"Il decalogo contienele regole base, estratte da leggi già approvate, che devono guidare alla più rapida definizione operativa del Regolamento valido per TUTTE le amministrazioni pubbliche di ogni ordine e grado."

Se vogliamo aprire una discussione sull'innovazione della pubblica amministrazione a tua disposizione..apriamo un Forum e discutiamone :-)

Attilio A. Romita said

at 4:40 pm on Jun 7, 2009

Forse non riesco a spiegarmi.
Un es. antico. All'inizio della mia carriera lavorativa, circa 40 anni fa, si scrivevano i programmi con la matita e qundi i programmatori consumavano moltissime matite. L'econono dell'epoca, un vecchio signore, pensava che noi le vendessimo o le mangiassimo e faceva molte storie ogni volta che chiedavamo matite. Alla fine il nostro capo fu costretto a "scalare" ed il problemasi risolse.
Internet è uno strumento di lavoro e se esistono "capi" corti di mente è giusto che siano messi da parte, ma per farlo non occorre la Rivoluzione Francese.
Quando ho iniziato questa azione ho pensato che era giunto il momento "aprire una discussione sulla pubblica amministrazione" che essendo un servizio che costa a tutti noi, compresi i dipendenti della PA, una notevole quantità di denaro.
Aprire la discussione significa anche "fare la Rivoluzione Francese" perchè le leggi emesse dal Parlamento in nome e per conto di tutti i cittadini.
Se le leggi non sono applicate, i responsabili dell'applicazione devono essere puniti: per omissione di atti di ufficio sia che non mettano a disposizione "le matite", sia che non premino i dipendenti bravi, sia che non puniscano i dipendenti non bravi, sia che non usino la PEC.
Innovazione non è una chimera lontana ed irragiungibile che talvolta fa miracoli.
Innovazione è soprattutto fare in modo che tutto funzioni correttamente, che il lavoro sia svolto nei tempi e nei modi giusti e che nessuno si trinceri dietro false interpretazioni della legge o dietro regolamenti di comodo.
Se prima non accettiamo e condividiamo questi principi generali, ci perderemo dietro millle e mille piccole regole particolari e questa discussione continua servirà solo a far prosperare il sig. La Trippa e mai il sig. Lo Capace.
Vi invito ad aggiornare il Decalogo per arrivare ad una formulazione comune.

Danilo Cocco said

at 7:52 am on Jun 15, 2009

Mi pare che manchi qualcosa di importante, o almeno per me si tratta di qualcosa di importante. Mi risulta che nella realtà degli EE.LL. si sia indietro anche rispetto all'attuazione delle prescrizioni relative al D.Lgs. 196/03, quindi all'adozione del previsto Regolamento sul trattamento dei dati sensibili ed alla stesura del DPS (per quanto riguarda l'adozione di atti formali), ma anche per ciò che concerne l'adeguamento alle "misure minime" (artt. da 33 a 36 ed allegato B).

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Attilio A. Romita said

at 8:34 am on Jun 15, 2009

@Danilo
Il decalogo è aperto alla collaborazione di tutti e quindi s epensi che debba essere aggiunta qualche azione, puoi farlo tranquillamente.
Il tuo messaggio è abbastanza criptico per i non addetti ai lavor, ed io sono uno di quelli: Ti pregherei di esplicitarlo n po di più.
Non vedo il tuo nome tra i partecipanti: è importante che ci si faccia conoscere se si ritiene valida l'operazione.
Grazie per il contributo

Danilo Cocco said

at 8:46 am on Jun 15, 2009

Scusa, Attilio, e scusate tutti: il D.Lgs. 196/03 è, per chi non lo sapesse, il c.d. "Codice Privacy", il quale prevede una serie di adempimenti che a mio avviso dovrebbero portare ad una armonizzazione dei processi messi in piedi per il protocollo informatico eccetera, e costituisce la più importante fonte normativa in tema di sicurezza dei dati. La PA deve digitalizzarsi, ma in modo sicuro: è questo uno degli obiettivi del piano e-gov 2012, il quale prefigura l'interconnessione di tutta la PA italiana attraverso SPC (Sistema Pubblico di Connettività), il quale costituisce il primo passo verso l'interoperabilità dei sistemi. Potrei dilungarmi oltre, ma non so se è il caso. Se lo è, ditemelo e sono a disposizione.
Non vedi il mio nome tra i partecipanti, Attilio, soltanto perché non sono riuscito ad inserirlo... ancora. :)

Attilio A. Romita said

at 9:35 am on Jun 15, 2009

Grazie Danilo per le precisazioni.
E' passato il periodo elettorale caldo e, forse, tutti potremo tornare ad occuparci anche di aspetti collaterali come il buon funzionamento della PA. E per buon funzionamenti intendo sia gli aspetti organizzativi "interni", sia il servizio al Cittadino.
Penso che sia importante ricordare che la PA è stata creata per gestire in nome e per conto dei Cittadini l'amministrazione del bene comune ed in questa veste ha l'obbligo di farlo nel modo più semplice e chiaro nell'ambito delle leggi.
I Cittadini che hanno l'onere (ho scritto esattamente ONERE) di lavorare per la PA hanno ovviamente gli stessi diritti di tutti ed in più dovrebbero essere i primi a fare in modo che "tutto funzioni facilmente".
Questa azione del Decalogo è stata creta appunto per stimolare una applicazione condivisa delle leggi dello stato ed uno stimolo per tutti a tenere sotto controllo la corretta e reale applicazione delle leggi.
Se il termine RONDA non avesse assunto negli ultimi temi un significato deteriore, direi che questa inziativa vuole creare delle Ronde Garantiste per l'applicazione delle leggi che riguardano il funzionamento della PA.
Purtroppo vedo con dispiacere che questa iniziativa riscuote un successo molto limitato e molto probabilmente dovrà subire un processo di eutanasia.
Peccato!!!!

Attilio A. Romita said

at 11:12 am on Jun 15, 2009

Invito tutti ad inserire commenti ed aggiunte direttamente su questa pagina PBWORK

Attilio A. Romita said

at 11:34 am on Jun 15, 2009

Con riferimento all'ultimo aggiornamento di Rosa Fogli.
Penso che l'accesso a INTERNET sia un problema importante e mi pare di averlo già dichiarato.
Penso che ridurre il Decalogo al solo regolamentare l'accesso a Internet dei pubblici dipendenti sia una problema importante, ma non il problema dei problemi sul quale mi sembra si sia focalizzata l'attenzione di molti collaboratori a questa iniziativa.
La mia idea è che dobbiamo prima definire una strategia generale e poi definire tattiche da applicare a temi particolari e del momento.
Per l'accesso ai dati sensibili esistono già migliaia di leggi e regolamenti che non fanno altro che complicare la via e facilitare errori ed imbrogli.
La legge è chiara, se un dato è già in possesso dell PA, è cioè registrato in un archivio della PA, non deve essere richiesto al cittadino.
Questo significa che l'operatore PA deve possedere una chiave d'accesso ai dati (CIE, tessera personale, chiave di qualsiasi tipo), deve poter prelevare i dati e deve lasciare traccia identificativa personale di questo accesso. Qualsiasi altra aggiunta è solo un bizantinismo.
Nel mio contratto di lavoro privato era scritto che potevo accedere a tutti i dati aziendali privati, ma era scritto anche che sarei stato licenziato se facevo un uso improprio o personale dei dati.
Se siamo d'accordo su questa impostazione, possiamo proseguire; se non troviamo un accordo è tutto tempo perso.
Scusate la brutalità della mia posizione, ma come dice un detto napoletano, che ho riferito da qualche parte, "Chiacchere e tabattere 'e legno non fecero mai regno".

Rosa Fogli said

at 12:50 pm on Jun 15, 2009

Ciao , vorrei dirti che il contributo che posso dare al lavoro proposto è limitato alla visione del dipendente pubblico. Sono dell'idea che altri potranno dare contributi più specifici su temi diversi .Ho inteso che lo spirito con cui ci si accingeva alla costituzione del decalogo fosse questo.Ognuno trasforma in proposta qualcosa che conosce bene. Il facilitatore del gruppo fa tesoro del tutto ed elabora la proposta finale.Per quanto riguarda la regola di principio generale sono profondamente in accordo sul fatto che l'accesso a qualsiasi informazione in rete deve essere governato esattamente come l'accesso ad un documento cartaceo ( chi fa un uso improprio dei dati raccolti deve essere licenziato e/o denunciato ).
Saluti
ROSA

Attilio A. Romita said

at 3:06 pm on Jun 15, 2009

Chiedo ancora scusa per il mio "l'eccesso di chiarezza".
Sul tema che stiamo tentando di esaminare e trattare e sicuramente di vitale importanza il contributo di un dipendente pubblico che conosce le cose dall'interno e quindi può contribuire a ragion veduta e non per sentito dire. Riguardo alla partecipazione vorrei dire che questo PBWORKS è un luogo di lavoro cooperativo e quindi è giusto che ognuno inserisca direttamente i propri contributi in modo che gli altri possano leggerli commentarli e se del caso criticarli.
Alla fine quando il documeto avrrà assunto un aspetto completo rispetto al tema, si potrà passare ad una operazione di editing.
Forza e coraggio, aggiorniamo il documento per arrivare presto ad un risultato.

laura said

at 10:51 pm on Jun 16, 2009

Probabilmente dobbiamo ancora chiarirci sull'obiettivo.La mia idea è quella di "superare" con il decalogo le differenze digitali tra gli Enti, proponendo una serie di principi dichiarazioni validi per tutti tra cui ha certamente posto il rispetto delle leggi che però eviterei di richiamare singolarmente, perchè è difficile anche scegkierne le più importanti.
Le amministrazioni pubbliche curano la formazione e l'aggiornamento del personale, ivi compreso quello con qualifiche dirigenziali, garantendo altresì l'adeguamento dei programmi formativi. al fine di contribuire allo sviluppo della cultura di genere della pubblica amministrazione. Da dipendente posso dirti che la norma è pressocchè disattesa e pertanto da qui la dichiarazione di principio: tutti i dipendenti hanno accesso alla rete in attuazione della norma citata. Pensaci Attilio, probabilmente le idee diverse , le provenienze diverse ci portano a visioni diverse. Vediamo di convergere, ma prima di scrivere dobbiamo ragionare ancora tutti.
Ciao
laura

Attilio A. Romita said

at 12:30 am on Jun 17, 2009

@Laura le tue considerazioni sono giuste, ma, permettimi, fuori tema e sicuramente possono far parte di un'altro tipo di azione che può essere giusto portare avanti.
Non voglio negare il diritto del dipendente PA ad acculturarsi, io voglio affermare il diritto del cittadino a chiedere ed ottenere ill rispetto della legge.
L'organizzazione interna della PA deve essere la migliore possibile e deve essere di esempio: questo è un fatto incontrovertibile nell'interesse di tutti i cittadini.
Nel corso dell'ultimo Forum PA, al barcamp per una PA digitale, ci siamo resi conto che uno dei maggiori ostacoli alla modernizzazione della PA era legato alla assoluta mancanza di voglia di innovare degli appartenenti alla PA. Infatti esistono leggi che permetterebbero notevoli passi avanti, ma non sono applicate.
Questa iniziativa voleva, come primo passo, forzare la mano acciocchè si applicassero le leggi già esistenti; voleva mettere un punto alla situazione di non applicazione delle leggi e, se possibile, voleva mettere in mora chi quelle leggi doveva applicarle.
Invece mi pare di vedere che l'unico punto sul quale si è aperta la discussione è la possibilità di accedere a Internet. Noi ci prepariamo a scalare l'Himalaya, ma continuiamo a parlare della salita del garage sottocasa.
Scusate la brutalità delle mie considerazione, ma non è questo lo scopo che ritenevo dovesse avere questa azione.
Forse il fine che mi ero proposto è utopico e forse, se qualche passo in avanti si farà, sarà solo conseguenza di provvedimenti presi con l'accetta.
Io cercherò di perseguire ancora il fine che mi ero proposto e che vi avevo proposto, quì o altrove: il guaio degli utopisti è che credono in quello che dicono e, fortunatamente, talvolta l'utopia si trasforma in realtà.

laura said

at 8:00 am on Jun 17, 2009

Forse non riesco a spiegarmi neanche io.
Attilio scusami, le leggi non vengono applicate soprattutto perchè nelle p.a. c'è scarsa attenzione per la formazione e quindi se il dipendente non ha la possibilità di aggiornarsi sulle nuove normative, e non ha i mezzi per farlo, il cittadino non potrà ottenere nulla.
Probabilmente abbiamo esperienze diverse e io che vengo quotidianamente a contatto con decine di dipendenti che provengono da svariati Enti posso assicurati che i maggiori problemi son dovuti non alla mancanza di volontà ma alla scarsa conoscenza delle norme.
Comunque se dobbiamo collaborare, lasciamoci vicendevolmente spazi liberi per continuare a scrivere, poi vediamo cosa nasce..
ciao

Attilio A. Romita said

at 9:27 am on Jun 17, 2009

@Laura. E' sicuramente importante che chiunque operi in un settore sia aggiornato. Non conosco i contratti di lavoro della PA, ma penso che in essi siano già specificate le norme relative all'aggiornamento professionale. Nel dpr 445 sono previste varie fattispecie di violazioni di doveri di ufficio per chi non applica la legge. E se non vado errato la legge non ammette ignoranza. Per questo motivo è compito dell'organizzazione interna della PA (dirigenza, sindacati e quant'altro) fare in modo che venga applicata la legge ed il Dipendente PA, come cittadino, deve pretendere l'applicazione della legge. Io come Cittadino ho il diritto di vedere applicata la legge.
Sicuramente i due diritti/doveri coincidono in molte parte e questa azione del Decalogo dovrebbe, secondo me, spingere in questa direzione chiarendo la strategia complessiva che poi si dovrà articolare in tattiche diverse.
Io penso che se non definiamo alcuni principi generali "indiscutibili", non arriveremo mai a qualcosa di concreto e ci perderemo in mille distinguo, casi specifici, bizantinismi interpretativi etc., tenuto conto di....., considerando che ..., etc.etc.
Non ho alcun interesse a togliere spazio alla discussione, ma se non ci intendiamo sul tema generale, rischiamo di non capirci mai.

Attilio A. Romita said

at 9:28 am on Jun 17, 2009

@Danilo (ultima nota su Innovatori PA)
Nelle note introduttive a questo Decalogo è scritto che:
Ciascuna regola potrà (dovrà è importante perchè con il decalogo si chiede la pura applicazione di una legge) essere redatta utilizzando letteralmente articoli ......................................
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 dicembre 2000, n. 445 .................
Decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 “Codice dell’amministrazione digitale”
- Il decalogo costituirà il manifesto che Comunità Digitale Italiana presenterà agli organi parlamentari appartenenti a qualsiasi schieramento politico perchè sia la base da tassativamente rispettare per qualsiasi direttiva, legge e simili sia nel seguito emessa per regolare l'uso da parte di tutte le amministrazioni pubbliche degli strumenti atti a manipolare dati digitalizzati.
Il motto: "Le leggi sono, ma chi pon mano ad esse" è stato il tormentone personale che ho usato in vari interventi durante due barcamp nel corso del ForumPA. E lo stesso motto mi ha spinto ad aprire questa proposta/discussione.
Purtroppo devo constatare che al successo che sembrava dovesse avere viste le reazioni immediate, è seguita una scarsissima partecipazione.
Io non penso che tutta la PA sia costituita da "fannulloni", come qualcuno dice, ma penso che sicuramente moltissimi siano irretiti da norme, comme, paragrafi, con riferimanto a ..., tenendo conto di ..... Questo stato delle cose, secondo me, ritarda qualsiasi applicazione di legge e, come già si vede da qualche segno premonitore, molto probabilmente porterà alla applicazione delle leggi usando un maglio che colpirà le persone giuste e le persone sbagliate.

Attilio A. Romita said

at 9:32 am on Jun 17, 2009

Tra regole iniziali che avevo proposto, c'era un termine per la redazione del Decalogo.
"Il decalogo deve essere completamente definito entro il 25 giugno 2009 per poterlo presentare "alla politica" subito dopo il periodo elettorale e prima della pausa estiva. "

Il termine si avvicina senza frutti reali. La mia mentalità di talebano tecnico mi fa pensare che se sino ad oggi non ci siamo capiti, continueremo a non capirci.
Laura scrive: "per continuare a scrivere, poi vediamo cosa nasce..".... io vedo solo una montagna che partorisce un topolino.

Secondo me è importante essere propositivi e dotati di fantasia positiva per innovare, ma è altrettanto importante essere realistici nella definizione dei termini dell'idea e nel rispetto delle scadenze.

Rosa Fogli said

at 1:38 pm on Jun 18, 2009

Io vorrei esprimere un'opinione riguardo a quanto detto da Attilio e da Laura ... sperando di non andare fuori tema altrimenti rischio cazziatone :-))))

Potrebbe essere invece importante fermarlo alla data del 25 , trasformarlo in linguaggio semplice con una riga per ogni regola , così come scritto nella tua NOTA e diffonderlo per avere suggerimenti .
Condividere vuole dire a mio avviso anche accettare i tempi degli altri e attendere che l'ambiente intorno sia fertile .
CIAO

Danilo Cocco said

at 1:14 am on Jun 22, 2009

Una motivazione sul perché inserisco il punto 16: questa è, secondo me, un vero grimaldello per costringere tutta la PA a codificare tutti i processi interni (oddio, non proprio tutti, ma di sicuro quelli che interessano direttamente la cittadinanza), e monitorarli. Per monitorare i processi bisogna dotarsi di un sistema di gestione degli stessi, qualunque esso sia ed a prescindere da considerazioni di qualità dello stesso. Un piccolo passo verso quel recupero di efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa che si auspica da più parti.
Buona notte. :)

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